2008

Presentazione del modello “Marie-Antoinette” in una nuova edizione

Gli artigiani Breguet hanno profuso tre anni di intenso lavoro nella creazione da zero dell’orologio n. 160.

Grande Complication n°1160.

Maria Antonietta nutriva un’autentica passione per gli oro¬logi Breguet e ne acquistò diversi esemplari, fra cui un orologio perpetuo dotato di un dispositivo di carica automatica. Nel 1783 un misterioso ammiratore commissionò a Breguet, per farne omaggio alla Regina, l’orologio più spettacolare che si fosse mai visto, munito di tutti i ritrovati noti all’orologeria di quell’e¬poca. Il committente aveva precisato che l’oro doveva sostitu¬ire per quanto possibile gli altri metalli, e che le complicazioni dovevano essere varie e molteplici. Non erano fissati limiti di tempo né di spesa.

Breguet, che era già fornitore della Corte, aveva carta bianca. Purtroppo la Regina non poté mai ammirare questo orologio n°160, chiamato “Marie-Antoinette”, che fu completato solo nel 1827, ossia 34 anni dopo la morte della sovrana, 4 anni dopo la morte di A.-L. Breguet e a 44 anni di distanza dalla sua ordinazione.

L’estrema complessità di questo orologio e la sua storia favolosa hanno affascinato il mondo dell’orologeria e la mente dei collezionisti per oltre due secoli. Rubato nel 1983 in un museo di Gerusalemme, e finalmente ritrovato nel dicembre 2007, questo capolavoro indiscusso dell’orologeria ha avuto un destino così enigmatico e misterioso da diventare un vero e proprio oggetto di culto. Nel 2004 Nicolas G. Hayek ha lanciato una sfida agli orolo­giai della Manifattura Breguet : riprodurre esattamente com’era quell’orologio da tasca assolutamente eccezionale.

Ricreare un così gran numero di complicazioni basandosi unicamente su documenti ha costituito un autentico rompicapo per gli orologiai della Manifattura. Le ricerche effettuate in archivi storici e i disegni originali conservati nel Musée Breguet e nei templi della cultura come il Musée des Arts et Métiers di Parigi sono stati l’unica fonte di informazioni disponibile per ogni singola funzione o elemento estetico. Altri elementi circa l’estetica e le tecniche di fabbricazione dell’epoca sono stati forniti da analisi comparative di orologi antichi come quello del duca di Praslin. Questi studi hanno riportato alla luce tecniche costruttive oggi in parte scomparse che hanno permesso a Breguet di costruire un orologio fedele in tutto e per tutto al suo antenato.

breguet 1160
Breguet 1160 close up

Il nuovo “Marie-Antoinette” – orologio perpetuo con ripeti­zione che suona a richiesta le ore, i quarti d’ora e i minuti – è sotto ogni aspetto un’opera d’arte. Un calendario perpetuo com­pleto indica la data, il giorno e il mese rispettivamente all’altezza delle 2h, delle 6h e delle 8h. L’equazione del tempo, all’altezza delle 10h, segnala la differenza quotidiana tra il tempo solare e il tempo civile. Al centro le ore a scatto e i minuti ospitano una grande lancetta indipendente dei secondi, antenata del cronografo, mentre la piccola lancetta dei secondi compare all’altezza delle 6h. Accanto all’indicatore della riserva di carica di 48 ore c’è un termometro bimetallico.

Il movimento a carica automatica detto perpetuo conta ben 823 componenti rifiniti magistralmente. Le piastre ( platines ), i ponti, ogni minuscola parte mobile degli ingranaggi che animano la minuteria, il datario e la ripetizione, sono d’oro rosa levigato au bois, ossia col legno. Le viti sono di acciaio azzurrato e levi­gato. I punti d’attrito, i fori e i cuscinetti sono muniti di zaffiri. L’ingegnoso meccanismo possiede inoltre un modello particolare di scappamento ad alzate naturali, una spirale cilindrica d’oro e un bilanciere bimetallico. Un dispositivo antiurto con doppio “paracadute” protegge dagli urti e dalle scosse l’asse del bilan­ciere e gli alberi della massa di ricarica.

Nell’aprile del 2008, dopo quattro anni di lavori dedicati alla sua ricostruzione, il nuovo Marie-Antoinette ha preso posto nel suo sontuoso scrigno, intagliato nel legno della quercia di Versailles sotto la quale la Regina amava riposare.

Il Domaine di Versailles è stato costretto ad abbattere il mitico albero condannato prima da una tempesta e poi dalla siccità, e ne ha fatto omaggio a Nicolas G. Hayek per festeggiare il suo anniversario.